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Department of Archaeology

 

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San Salvatore is a fortified settlement, situated on a flat hilltop, 1260 m above sea level. It is located 20 km inland in the rugged mountain plateau north of Bova known as the Campi di Bova. The area is presently covered in pine trees planted about 1960, replacing the previous scrub vegetation used only by local shepherds. However, the site is close to some of the best agricultural land in the region, slong the southern fringe of the Campi di Bova, cultivated for cereals until at least the 1960s.

The site was discovered in 2003, followed by gridded surface collection, mapping and geophysical prospection (magnetometry and resistivity). These revealed a main enclosure of about 35 metres (N-S) by 29 metres (E-W). Excavation from 2005 to 2007 has revealed additional architecture, including two walls of a large square tower (7 to 8 m per side) on the southern side (Trench 3). Rooms were located along the inner side of the enclosure (Trench 2), and the large space in the centre appears devoid of structures (Trench 7). To the south of the main enclosure another building (Trench 8) was situated on a lower terrace (Trench 1). Pottery scatter from the site extends some distance to the south (Trench 10). The buildings consisted of a stone socle resting on footings set on bedrock or on a hard-packed earth and stone levelling course, with a mudbrick superstructure and tiled roofs. Some of the tile appear to have been red painted (an unexpectedly elaborate feature for an isolated mountaintop site), a few times are stamped, and one was marked with a large E before firing.

The construction of the outlying building in Trench 8 was firmly dated to the middle of the sixth century BC by a ritual foundation deposit set between the floor and the levelling course below. It is probable, judging from the construction style and associated finds, that the main enclosure is also early to mid sixth century in date, but it was plainly modified later. On the north (internal) side of the tower a rough stone and earth staircase was added to the entrance.

The site appears to have been destroyed by fire sometime in the second half of the fifth century BC, perhaps as the result of a violent attack. Twelve arrowheads were found during the 2007 season, eight of them on the western side of the tower, at the outer wall. There seems to be a destruction level covering much of the site including large chunks of carbonised structural timber in the vicinity of the tower. One of these, which may have been part of a doorjamb or lintel, was found at the foot of the staircase with an arrowhead embedded in it. In addition to the arrowheads, a large iron spear, an iron javelin point and a probable piece of scale armour were also recovered. Pottery finds include a late archaic cup inscribed with the Greek name 'Simon' written in an epichoric alphabet similar to that used in Rhegion and elsewhere.

The fire which destroyed the site has also preserved the mudbrick unusually well for a classical site. Impressions of beams and post provide evidence for construction techniques, while impressions of plants and seeds offer environmental information.

One of the most important outstanding questions about San Salvatore is the nature and purpose of Greek settlement here. The site is located on an isolated inland mountaintop, far from the centres of Greek population. It is near excellent agricultural land, and a fragment of Greek pottery beehive attests some use of mountain resources, but there is also evidence of industrial and military activity, as well as ritual attested in its foundation deposit. Moreover, the site must have existed within a network of political relationships -- attested most graphically in both the fortification and destruction of the site, but also through its ordinary material culture --, both with other Greek sites such as at Bova and at the lowland farmhouse at Umbro and the coastal village site at Mazza, and with poleis such as Locri Epizephyrii and Rhegion. While the material culture asserts a Greek identity, it is not clear that such remote sites as San Salvatore were formally and conceptually part of the social, political and economic fabric of a polis. Moreover, there may have been a relationship with the indigenous peoples of the region, suggested by finds of handmade pottery alongside wheelmade Greek finewares. It may well be that any idea of a firm boundary between 'Greeks' and 'others' is blurred here, and the site in its larger landscape context my allow us to transcend the dichotomy of 'Greeks' and 'others'.

For images of some finds from San Salvatore, see here.

 

 


San Salvatore è un insediamento fortificato situato sulla cima pianeggiante di un colle, a 1260 m sul livello del mare. Si trova a 20 km dalla linea di costa, su un altopiano situato a nord di Bova e conosciuto con il nome di Campi di Bova. Attualmente quest'area è coperta di pini, piantati attorno al 1960, che rimpiazzano la precedente copertura vegetale a macchia rada, sfruttata soltanto dai pastori del luogo. Questo sito si trova presso una tra le migliori aree agricole della regione, posta lungo il bordo meridionale dei Campi di Bova, e fu coltivata a cereali almeno fino agli anni '60 del 1900.

Il sito di San Salvatore fu scoperto nel 2003 in seguito a una ricognizione di superficie e a prospezioni geofisiche (magnetometro e resistività). Le prospezioni hanno rivelato la presenza di una cinta muraria di circa 35 m (N-S) per 29 m (E-O). Gli scavi, dal 2005 fino a 2007, hanno messo in luce altre strutture architettoniche, inclusi due muri di una larga torre quadrangolare (7x8 m di lato) sul lato meridionale (Saggio 3). Lungo il lato interno della cinta muraria (Saggio 2) sorgevano alcuni edifici, mentre il vasto spazio centrale sembra fosse libero da strutture (Saggio 7). A sud della cinta principale, su una terrazza posta a una quota inferiore (Saggio 1), si trovava un altro edificio (Saggio 8). L'area di dispersione del materiale ceramico si estende in direzione sud fino a una notevole distanza dal sito (Saggio 10). Le strutture murarie erano composte da un plinto di pietra che poggiava su fondamenta ricavate nella roccia di base, oppure su un livello di terra pressata e pietre, mentre l'alzato era in mattoni crudi con tetto di tegole. Alcune delle tegole sono state dipinte di rosso – un accorgimento inaspettato in un sito di montagna – mentre altre hanno marchi di fabbrica e una di esse è caratterizzata da una grossa E impressavi prima della cottura.

La costruzione dell'edificio situato nel Saggio 8 è datata con sicurezza alla metà del VI secolo a.C. da un deposito di fondazione rituale posto tra il pavimento e il livello di fondazione sottostante. E' probabile, a giudicare dalla tecnica edilizia e dai reperti associati, che la cinta muraria principale sia grossomodo coeva (prima metà del VI sec. a.C.), ma è stata completamente ristrutturata in seguito. Sul lato settentrionale, all'interno della torre, è stata aggiunta all'ingresso una scala di pietre e terra.

Il sito sembra essere stato distrutto dal fuoco attorno alla seconda metà del V secolo a.C., forse in conseguenza di un violento attacco. Dodici punte di freccia sono state trovate durante la campagna 2007, di cui otto presso il lato occidentale della torre, lungo il muro esterno. Sembra esserci inoltre un livello di distruzione che copre la maggior parte del sito e che include grossi frammenti di travi carbonizzate nelle vicinanze della torre. Uno di questi frammenti, forse parte di uno stipite o di un architrave di una porta, è stato rinvenuto ai piedi della scala con una punta di freccia ancora conficcata in esso. In aggiunta alle punte di freccia sono stati raccolti una grossa cuspide di lancia in ferro, una punta di giavellotto e un probabile frammento di corazza loricata. La ceramica comprende una coppa tardo-arcaica con iscrizione del nome greco 'Simone' in alfabeto epicorico, simile a quello usato a Rhegion e dintorni.

L'incendio che ha distrutto il sito ha permesso che i mattoni crudi si conservassero eccezionalmente bene per un sito di epoca classica. Le impronte di travi e pali forniscono dati utili all'identificazione delle tecniche costruttive impiegate nel sito, mentre le impressioni lasciate da piante e semi offrono preziose informazioni sull'ambiente naturale.

Una delle problematiche più importanti riguardanti il sito di San Salvatore è costituita dalla natura e dalle finalità di un insediamento greco in quest'area. Il sito sorge sulla cima di una montagna, in completo isolamento e a grande distanza dagli altri centri abitati da popolazioni greche. San Salvatore si trova nei pressi di un terreno dalle grandi potenzialità agricole, e un frammento di arnia in ceramica greca testimonia lo sfruttamento di risorse montane quali il miele. Vi sono inoltre testimonianze di attività militari e industriali, così come di attività rituali attestate da un deposito di fondazione. Inoltre, questo sito era verosimilmente parte integrante di un network di relazioni politiche – attestate sia dalle fortificazioni che dalla distruzione del sito, nonché dalla sua cultura materiale ordinaria – di cui facevano parte altri insediamenti greci come Bova, la fattoria nel bassopiano di Umbro o il villaggio costiero di Mazza, così come poleis del calibro di Locri Epizephyrii e Rhegion. Mentre la cultura materiale suggerisce che gli abitanti di San Salvatore avessero un'identità greca, non è del tutto chiaro se siti così remoti fossero formalmente e idealmente parte del tessuto sociale, politico ed economico di una polis. Inoltre, è possibile che ci sia stata una qualche relazione con le popolazioni indigene della regione, come suggerisce il ritrovamento di ceramica plasmata a mano accanto a ceramica fine greca prodotta al tornio. E' anche possibile che qui non vi fosse un confine netto tra 'i greci' e 'gli altri', e che questo sito nel suo più vasto contesto territoriale ci permetta di trascendere la dicotomia tra greci e popolazioni indigene.

Clicca qui per vedere immagini dei reperti dal sito.

 

© images and text copyright Bova Marina Archaeological Project 2011


San Salvatore, magnetometry map overlaid on topography, showing walled enclosure on hilltop / San Salvatore, magnetometria e topografia, si vede la fortificazione ubicata in cima della collina


San Salvatore, wall on south side of enclosure / San Salvatore, mura su lato sud del recinto


San Salvatore, tower wall / San Salvatore, mura della torre


San Salvatore, destruction level (east side of enclosure) / San Salvatore, livello d'incendio (lato est)


San Salvatore, Trench 8: foundation deposit (kore alabastron) in situ sealed under floor; burned level and yellow clay of floor are visible in profile / San Salvatore, Trincea 8: deposito votivo di fondazione (kore alabastron) in situ sotto pavimento di argilla gialla e livello di incendio


San Salvatore, north side of tower showing stairs added in a second phase of construction / San Salvatore, lato nord della torre con scaletta della seconda fase di costruzione

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